Le confessioni, Servillo di nuovo protagonista per Roberto Andò

Il regista dirige un eccellente cast internazionale che si confronta con una storia legata all'attualità e al potere economico mondiale

di Valeria Lo Verde Morante

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E’ stato presentato a Palermo il nuovo film di Roberto Andò “Le confessioni”, interpretato da un cast eccellente, con protagonista ancora una volta Toni Servillo (già nel premiato “Viva la libertà”), affiancato dal francese Daniel Auteil.

Una storia che affronta temi importanti, tra politica, economia, etica e morale e si ambienta nel corso di un G8 a cui un monaco certosino (Servillo) è stato invitato a partecipare dal Direttore del Fondo Monetario Internazionale (Auteil). E’ una sorta di thriller, che parte da un colpo di scena e si sviluppa nel tessuto dei rapporti fra i vari partecipanti al summit. Una riflessione sull’economia mondiale e sui meccanismi che ne regolano le sorti, in balìa di banchieri in bilico fra cinismo e coscienza.

le-confessioni---roberto-andò---locandina---webIl film parte da un appiglio narrativo molto concreto – racconta Andò – poiché in occasione dei G8 accade che vengano invitate delle personalità estranee alla finanza, magari del mondo dello spettacolo, come Bono, che fanno da testimonial ai paesi indebitati o a cause civili, ma come scelta rarrativa mi sono imposto di fermarmi a qualcosa che non sappiamo, che possiamo solo immaginare”.

La storia porta con sé una riflessione sul potere politico ed economico, su un’economia diventata sempre più selvaggia e imprevedibile, che passa sopra la vita delle persone, considerandole solo comparse. Ma che in fin dei conti è gestita da uomini che, in quanto tali, posseggono anche le umane fragilità e possono cedere a crisi di coscienza, farsi travolgere dai dubbi. Ed è proprio in questo senso che il personaggio del monaco si rivela decisivo. Forte del suo ruolo, quello di Servillo è un monaco particolare, sfuggente ed un po’ eccentrico rispetto alla sua appartenenza, che, pur totalmente immerso nella fede, si trova in un contesto nuovo a muoversi quasi più da stratega che da mistico, pilotando, più che guidando, le scelte di tutti i presenti.

C’è da decidere in che modo comunicare la morte di Roché (Auteil) e come proseguire gli incontri del G8, se qualcosa di importante è stato “confessato” e se è possibile mantenere la rotta precedentemente stabilita o se per una volta, non sarebbe più opportuno fermarsi.

Mi interessava cogliere una dimensione del potere attraverso dei personaggi smarriti, anche inadeguati rispetto alle decisioni che devono prendere – spiega il regista – ed evocare alcuni temi dell’economia che sono molto complessi e che, come le parole della politica, a volte usate proprio per non dire, rivelano e contemporaneamente nascondono”.

Malgrado il film sia molto parlato, il silenzio è altrettanto protagonista, così come l’acqua, presente in tante scene quasi ad evocare una sorta di purificazione, non intenzionale però, poiché come ammette il regista “è un elemento che ha colpito in tanti, me ne chiedono spesso il significato, ma io non so come rispondere perché non è una scelta premeditata né cosciente, semmai forse dell’inconscio”.

Le confessioni”, nelle sale italiane in 250 copie, è già stato venduto in molti paesi esteri, dove il regista si appresta ad andare a promuoverlo poiché “è un tema globale, di grande attualità e che non ha limiti di latitudine”. Nel cast, oltre a Servillo e Auteil, anche Pierfrancesco Favino e Lambert Wilson; pregevole la fotografia di Maurizio Calvesi e la colonna sonora firmata da Nicola Piovani.