C’è un libro di Nathaniel Philbrick che tenta di raccontare il fallimentare, letale viaggio di una baleniera, affondata da un enorme cetaceo bianco. Una vicenda che costituisce – stando alle ricerche fatte dallo scrittore – la genesi del celeberrimo Moby Dick, il romanzo che diede l’immortalità a Herman Melville. Quest’ultimo, stando anche al film di Ron Howard, si reca nel 1850 presso un invecchiato mozzo riluttante a parlare, fra gli sparuti superstiti – pare – del terribile speronamento avvenuto circa trent’anni prima. La spedizione, organizzata per procurarsi il transitoriamente prezioso olio necessario ad accendere i lampioni dell’epoca, era guidata da un navigato primo ufficiale (Chris Hemsworth, già con il regista in Rush), bistrattato per le sue origini campagnole, e da un capitano d’alto rango (Benajmin Walker) però del tutto inesperto. I contrasti tra i due, in fondo, non escludono il buon senso, di cui gli armatori sono e resteranno sprovvisti. Avventura dai risvolti storico-sociali: non capita spesso.
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